19 - Paul Hardcastle (1985)
"19" di Paul Hardcastle è una canzone che ha segnato un'epoca e rimane ancora oggi un simbolo di denuncia contro gli orrori della guerra. Il brano, pubblicato il 12 febbraio 1985, è unico nel suo genere per diversi motivi, a cominciare dal fatto che è l'unica canzone a essere mai arrivata in cima alle classifiche con un titolo composto esclusivamente da un numero. Ma "19" è molto più di una semplice hit: è una riflessione profonda sulla guerra del Vietnam e sulle terribili conseguenze psicologiche che ha avuto sui giovani soldati americani.
Paul Hardcastle, che fino ad allora era stato un valente tastierista e produttore per vari artisti e gruppi, aveva già ottenuto un certo successo nel campo della musica disco, grazie alla sua abilità nell'utilizzo di campionatori e sintetizzatori. Questi strumenti, ancora agli albori, gli permisero di esplorare nuovi territori sonori e di sviluppare uno stile innovativo.
L'ispirazione per "19" arrivò in modo del tutto inatteso nel 1984, quando Hardcastle si trovò a guardare un documentario intitolato “Vietnam Requiem”. Questo film lo colpì profondamente, in particolare per il modo in cui veniva raccontata la guerra del Vietnam. Rispetto alla Seconda Guerra Mondiale, il Vietnam era stato un conflitto "senza regole", dove a morire erano stati soprattutto giovani inesperti e senza colpa. Un dato in particolare colpì Hardcastle: l'età media dei soldati americani in Vietnam era di soli 19 anni, molto inferiore ai 26 anni di media della Seconda Guerra Mondiale.
La leggenda narra che Paul Hardcastle abbia iniziato a riflettere sui suoi 19 anni, trascorsi tra musica, pub e discoteche a Londra, confrontandoli con quelli dei giovani soldati che combattevano e morivano in Vietnam. Questo confronto lo spinse a creare un brano che sarebbe diventato la prima canzone-documentario della storia. In "19", Hardcastle non canta: la traccia è composta principalmente da campionamenti tratti dal documentario e da notiziari dell'epoca, intrecciati con alcune parti cantate da coriste.
"19" non è solo una canzone, ma un vero e proprio notiziario di guerra. Il testo racconta degli scontri ancora in corso a 25 miglia a nord-ovest di Saigon e della conta dei caduti, che portava le perdite nemiche nel Vietnam del Sud a 2689 soldati. La voce narrante spiega anche cos'è il disturbo da stress post-traumatico, sottolineando come molti sopravvissuti continuassero a combattere la loro personale "guerra del Vietnam" anche dopo il ritorno a casa, con pensieri suicidi e sensi di colpa insostenibili.
Nonostante il successo clamoroso, "19" fu oggetto di controversie, specialmente negli Stati Uniti, dove alcune radio boicottarono il brano accusandolo di trasmettere una visione negativa del paese. Tuttavia, Hardcastle ricevette numerosi apprezzamenti dai veterani americani, che si sentirono riconosciuti nella narrazione della canzone, una narrazione che non sempre era stata loro concessa al ritorno in patria.
Dal punto di vista musicale, "19" fu rivoluzionaria per l'uso esteso dei campionatori, che Hardcastle utilizzò per creare un ritmo travolgente. L'effetto balbuzie sul titolo e su parole chiave come "destruction" e "Saigon" divenne il ritornello stesso della canzone, contribuendo a definirne il carattere distintivo. Il successo fu così rapido che la casa di produzione si trovò a dover creare velocemente un video per accompagnare il brano. Non potendo utilizzare un'esibizione dal vivo a causa della natura particolare della traccia, Hardcastle ebbe l'idea geniale di inserire direttamente gli spezzoni del documentario nel video, con un minimo di editing.
"19" non solo divenne un successo mondiale, ma rimane una pietra miliare nella storia della musica. Paul Hardcastle ne creò diverse versioni, incluse alcune in altre lingue come tedesco, francese, spagnolo e giapponese, amplificando così l'impatto del suo messaggio.
A distanza di tanti anni, "19" è ancora nel cuore e nell'immaginario collettivo, sia come una potente denuncia contro l'orrore della guerra, sia come una canzone irresistibile che ha consacrato Paul Hardcastle tra i protagonisti assoluti degli anni ’80.





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