Another day in paradise - Phil Collins (1989)

Era un freddo giorno d'inverno del 1989, le strade di Washington erano coperte di neve. Phil Collins, il celebre batterista e cantante dei Genesis, era in città per una premiazione. Mentre il taxi lo conduceva verso il suo hotel, Collins notò delle figure coperte di stracci accovacciate sopra le grate da cui proveniva l'aria calda della metropolitana. Erano senzatetto che cercavano di scaldarsi, accovacciati sotto il Campidoglio, simbolo del potere e della ricchezza americana.

L'immagine lo colpì profondamente. La contraddizione tra il lusso dei palazzi governativi e la disperazione di quelle persone era stridente. Collins, che fino a quel momento aveva avuto una carriera costellata di successi e riconoscimenti, si rese conto di quanto fosse facile ignorare la sofferenza altrui quando si vive in un mondo dorato.

Qualche tempo dopo, tornato a casa, Collins si trovò a suonare una melodia al pianoforte nel suo studio. Il fraseggio lo colpì e decise di registrarlo su nastro per non dimenticarlo. Iniziò a cantare spontaneamente sopra quella melodia, e le prime parole che uscivano dalle sue labbra furono "She calls out to the man on the street". Le immagini dei senzatetto visti a Washington riaffiorarono prepotentemente nella sua mente, ispirandogli il testo di quella che sarebbe diventata una delle sue canzoni più celebri: "Another Day in Paradise".

La canzone, che tratta il tema dei senzatetto e dell'indifferenza della gente comune verso di loro, divenne rapidamente un successo planetario. Raggiunse il numero uno nella classifica americana di Billboard e in altre quattordici nazioni, Italia compresa. Ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui il Grammy per il Disco dell'Anno e la nomination come “British Single” ai Brit Awards del 1990. Tuttavia, non mancarono le critiche. Alcuni colleghi musicisti accusarono Collins di ipocrisia e opportunismo, sostenendo che fosse facile per una rockstar ricca cantare di problemi sociali senza realmente comprenderli.

Ma Collins non era nuovo a temi sociali. Già nel 1982, con i Genesis, aveva affrontato la questione dei senzatetto in "Man on the Corner", e negli anni successivi avrebbe continuato a sostenere attivamente cause legate ai meno fortunati. Nel 2017, ad esempio, contribuì a raccogliere oltre due milioni di sterline per il servizio di assistenza telefonica gratuita di Centrepoint per i giovani senzatetto.

Durante la registrazione di "Another Day in Paradise", Collins coinvolse anche David Crosby, uno dei protagonisti della scena musicale americana dei primi anni '70, che aggiunse la sua voce al brano. Quando fu il momento di mixare il singolo a Londra, Collins ebbe un incontro che confermò la veridicità del messaggio della sua canzone. Uscendo dallo studio, incontrò una donna con due bambini che chiedeva l'elemosina. Si rese conto, con vergogna, di reagire esattamente come descritto nella sua canzone: ignorando la donna e proseguendo per la sua strada.

"Another Day in Paradise" non era solo una canzone, era una riflessione su come l'indifferenza e l'imbarazzo possano portare a ignorare chi ha bisogno di aiuto. Collins si sentì colpevole per non aver fatto abbastanza, ma capì anche che la sua musica poteva sensibilizzare molte persone su questo tema. E così, ogni volta che la sua canzone risuonava nelle radio di tutto il mondo, ricordava a milioni di ascoltatori che, purtroppo, per qualcuno, un altro giorno in paradiso era solo un sogno lontano.

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