Perdere l'amore - Massimo Ranieri (1988)

"Perdere l'amore" è uno dei brani più commoventi della musica italiana, capace di suscitare emozioni profonde anche a distanza di anni dalla sua prima esecuzione. La canzone deve il suo successo all'interpretazione indimenticabile di Massimo Ranieri, il cui vero nome è Giovanni Calone. Dopo una carriera teatrale di successo, Ranieri presentò la canzone al Festival di Sanremo nel 1988, dove vinse con un plebiscito di voti.

Le parole del brano, estremamente toccanti, raccontano la fine di una storia d'amore vissuta da un uomo maturo, troppo avanti con gli anni per poter ricominciare una nuova vita. L'interpretazione di Ranieri, con la sua voce potente e i suoi gesti espressivi, trasmette tutta la sofferenza e il dolore di essere stati abbandonati "quando si fa sera e quando tra i capelli un po' d'argento li colora", ovvero quando si avvicina la fine di tutto.

La storia di "Perdere l'amore" al Festival di Sanremo è complessa e circondata da polemiche. Il brano fu scritto nel 1987 da Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani e proposto per la prima volta come concorrente della kermesse ligure da Gianni Nazzaro. Tuttavia, venne scartato dalla commissione esaminatrice. L'anno successivo, il brano non solo fu ammesso, ma vinse la competizione. Questo successo fu attribuito principalmente all'interpretazione di Massimo Ranieri e al nuovo arrangiamento curato da Lucio Fabbri e in parte da Sergio Conforti, noto come Rocco Tanica, tastierista di Elio e le Storie Tese. La famosa introduzione al pianoforte, che riprende il tema del ritornello, è uno degli elementi distintivi del brano. L'assolo di sax prima dell'ultimo ritornello fu suonato da Paolo Panigada, vero nome di Feiez, sassofonista e polistrumentista degli stessi Elio e le Storie Tese.

Gianni Nazzaro polemizzò negli anni seguenti sulla decisione di escludere la sua interpretazione dal Festival, ritenendola contraddittoria e parziale.

Il testo del brano non lascia molto spazio alla fantasia: racconta la fine di un amore maturo e devastante, vissuto nella "sera" della vita, quando non si è più adolescenti e si hanno diverse responsabilità. Proprio per questo, la fine di questo amore lascia poco spazio alla speranza di rialzarsi e ricominciare, al punto da far desiderare "di morire". Questa sofferenza è riassunta nello stato emotivo di un uomo abbandonato che non accetta la realtà e vuole cambiare la storia, come espresso nel verso "spezzerò le ali del destino e ti avrò vicino".

I ricordi di un passato ormai finito sono ciò che fanno più male, mentre il presente è fatto di solitudine e di raccolta dei cocci di quell'amore perduto. Dall'euforia degli inizi, in cui "non chiesi mai chi eri, perché scegliesti me", si arriva ad una rottura improvvisa sotto lo stesso cielo che aveva visto i due amanti felici. Ora non resta che un uomo malinconico che urla la sua rabbia e tristezza.

"Perdere l'amore" rimane una delle canzoni più iconiche della musica italiana, un vero capolavoro che racconta una storia universale di amore e perdita. L'interpretazione di Massimo Ranieri al Festival di Sanremo del 1988 non solo gli valse la vittoria, ma consacrò il brano come uno dei più amati e ascoltati di sempre, capace di emozionare intere generazioni.

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