Sotto chi tene core - La Maschera (Album 2022)

Vinyl Chronicles, giunta alla sua sessantesima storia, oggi ci regala un viaggio straordinario attraverso le sonorità e le emozioni di un vinile che non è solo musica, ma un vero e proprio manifesto di resistenza e poesia: "Sotto chi tene core" de "La Maschera". È un piacere scrivere di quest’album, non solo per la sua qualità artistica, ma anche per il legame personale con la band e, in particolare, con il loro frontman, Roberto Colella. Roberto è un artista genuino, capace di tradurre in musica le sfumature più delicate e profonde dell’animo umano, e merita senza dubbio ogni riconoscimento che sta ricevendo.

L’album, terzo lavoro in studio della band napoletana, rappresenta un'apoteosi di lirismo e contenuti che colloca La Maschera nel cuore pulsante della scena musicale contemporanea, un'Arcadia che si sviluppa rigogliosa attorno alla sirena Parthenope. Le nove tracce di questo disco sono un vero e proprio labirinto emotivo, fatto di sentimenti contrastanti, storie commoventi e talvolta dolorose, tutte narrate con una sincerità disarmante e incorniciate da una musicalità coinvolgente che non lascia scampo all'ascoltatore.

"Sotto chi tene core" non è un album che si limita a raccontare, ma invita ad agire. La title track che apre il disco è un inno alla presa di posizione, un richiamo a sporcarsi le mani e a non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie che permeano il nostro mondo. La musica, con i suoi fiati incessanti e la voce di Roberto Colella, è un'esperienza sensoriale che risveglia, che scalda il sangue fino a portarlo alla temperatura necessaria per cambiare le cose. Questo brano è un ponte ideale con "Nunn’ è ancora fernuta" dei FOJA, un altro pezzo che ribadisce con forza il concetto che vivere è resistere.

La narrazione continua con "Mirella è Felice", un affresco che unisce le vite di Felice Pignataro e Mirella La Magna, figure emblematiche della rivoluzione sociale napoletana. Il loro impegno nel recupero delle periferie, attraverso il GRIDAS e il Carnevale di Scampia, è un esempio di come la lotta possa essere combattuta e vinta senza armi, ma con l’arte e la cultura.

"Conosci Thomas?" è un'altra perla dell'album, una riflessione sulla figura di Thomas Sankara, leader carismatico del Burkina Faso, brutalmente assassinato per il suo coraggio nel lottare contro il colonialismo. La canzone è un pugno allo stomaco, un richiamo a non dimenticare le figure che hanno sacrificato la loro vita per un ideale di libertà e giustizia.

Il viaggio emotivo prosegue con "Core ‘e lignamme", un ritratto dolceamaro di un’esistenza difficile e silenziosa, e "Dorme cu’ mmé", una ninna nanna che racconta la disperazione di chi affronta viaggi della speranza su barche fragili come ali di cera. Questi brani sono testimonianze della complessità della vita e dell’importanza di mantenere sempre uno sguardo aperto e compassionevole.

"Chi se vò bene" e "14 agosto" esplorano i temi dell’amore e della lotta interiore, mentre "A cosa justa" e "Se mai fossi" chiudono l’album con note di dolcezza e malinconia, trasportando l’ascoltatore in un viaggio attraverso sentimenti universali e senza tempo.

In conclusione, "Sotto chi tene core" è più di un semplice album, è un manifesto, un megafono per chi non ha voce, un invito a non arrendersi mai. Ogni traccia è una pagina di un diario intimo e collettivo, un racconto che ci ricorda l’importanza di tenere il cuore aperto, di resistere e di non lasciare che la memoria si accorci. La destinazione di questo viaggio musicale non è un luogo fisico, ma una consapevolezza profonda: quella di doverci alzare in piedi e agire, perché tenere cuore non è più una scelta, ma un obbligo morale.

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