Eddy Huntington - U.S.S.R. (1986)
Negli anni ‘80, la musica pop e disco era ricca di canzoni che celebravano o si ispiravano a luoghi esotici, misteriosi o semplicemente affascinanti. Da "London Calling" dei Clash a "One Night in Bangkok" di Murray Head, passando per "Big in Japan" degli Alphaville e "People from Ibiza" di Sandy Marton, gli artisti sembravano viaggiare idealmente attraverso il globo, catturando l'immaginario del pubblico. Tuttavia, c'era un luogo che, pur altrettanto intrigante, era più difficile da esplorare musicalmente, soprattutto per via del clima politico dell'epoca: l'Unione Sovietica.
L'URSS, la "grande madre" come spesso veniva chiamata dai russi, era il convitato di pietra della cultura pop occidentale. La Guerra Fredda rendeva la Russia un tema complesso e delicato, un’entità distante e misteriosa, spesso rappresentata attraverso stereotipi o con un velo di timore. Eppure, non mancavano tentativi di collegare la musica pop alla Russia. La storia di questa relazione inizia già nel 1968 con i Beatles, che, con la loro "Back in the U.S.S.R.", rispondevano ironicamente a brani che celebravano gli Stati Uniti come "Back in the U.S.A." di Chuck Berry. Nonostante l'intento leggero, la canzone sollevò discussioni, venendo talvolta interpretata come un'espressione politica.
Negli anni '70, l'interesse per la Russia continuò con pezzi come "Rasputin" dei Boney M e "Moskau" dei Dschinghis Khan, che giocavano con l’immaginario stereotipato di zar e balli tradizionali. Nel panorama della dance elettronica, una delle canzoni più iconiche che evocava Mosca fu "Moskow Diskow" dei belgi Telex, un pezzo che sarebbe stato perfettamente a suo agio negli anni '80, anche se venne pubblicato poco prima.
Dopo un periodo di relativa calma, la Russia tornò prepotentemente sulla scena musicale nel 1985 grazie a due superstar: Sting, con la sua "Russians", che esorcizzava la paura della guerra nucleare, e Elton John, che con "Nikita" raccontava una storia d'amore con una misteriosa guardia di frontiera, pur se il nome Nikita, in russo, è solitamente maschile. Entrambi i brani riflettevano un’epoca di tensioni internazionali ma anche di desiderio di riconciliazione.
Poi, nel settembre del 1986, la Russia fece un'entrata a gamba tesa anche nella Italo-Disco con il brano "U.S.S.R." di Eddy Huntington. La canzone, firmata da tre grandi del genere – Roberto Turatti, Miki Chieregato e Tom Hooker – era un ritratto spensierato e giocoso del Paese. Il giovane inglese Eddy Huntington, con il suo sorriso accattivante e la sua energia, interpretò il brano con lo spirito leggero che caratterizzava la italo-disco, unendo sonorità ballabili e un testo pieno di riferimenti ai classici stereotipi russi: paesaggi innevati, balalaike, vodka, Gorki Park, e, naturalmente, le affascinanti ragazze russe.
Il video di "U.S.S.R." rifletteva perfettamente l’atmosfera divertente e senza pretese della canzone. Inizia con una scena in cui due ragazze bionde sembrano tentare di rapire Eddy, ma lui si sveglia appena in tempo, ignaro della loro presenza. Viene poi prelevato da una macchina misteriosa guidata da un'altra ragazza, solo per scoprire che il passeggero non è altri che il suo produttore, il quale lo accompagna in una giornata piena di impegni: registrazioni, interviste e, ovviamente, circondato da bellissime ragazze. Alla fine del video, mentre si rilassa finalmente nella piscina della sua villa, le ragazze riappaiono e Eddy, con tono ironico, esclama “Oh no!”.
Un momento curioso del video è quando, a un certo punto, la musica si interrompe brevemente per dare spazio ai commenti del regista, un espediente che ricordava il celebre video degli Yes, "Owner of a Lonely Heart", dove la musica subiva una pausa improvvisa.
Altra scena memorabile è quella in cui Eddy si trova davanti a una sbarra di confine, che simboleggia il limite tra l'Occidente e la Russia. Una scena che, con il senno di poi, ricorda vagamente il surrealismo de "Il Pipppero" di Elio e le Storie Tese, anche se il video di Huntington è uscito sei anni prima!
"U.S.S.R." ottenne un grande successo in tutta Europa, soprattutto nei paesi continentali, ma anche in Russia stessa, dove Eddy Huntington divenne una figura molto amata. Nonostante la Italo-Disco non avesse lo stesso impatto nel Regno Unito, dove le sonorità erano spesso più affini ad altri generi, il successo di Eddy in Russia lo portò a partecipare, negli anni Duemila, a diversi show revival a Mosca, consolidando il suo legame con il Paese che l'aveva tanto affascinato.
In un periodo in cui le tensioni tra l’Est e l’Ovest dominavano la scena politica mondiale, "U.S.S.R." riuscì a trasformare la Russia in una festa colorata e senza pensieri, confermando che, almeno nella musica, ogni confine poteva essere attraversato con un sorriso.





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