Self control - Raf (1984)
“Oh, the night is my world, City life, painted girls. In a day, nothing matters. It's the night time that flatters”. Con queste parole iniziava Self Control di Raf, la canzone che, quasi a sorpresa, quarant’anni fa conquistò l’estate del 1984, scalando rapidamente le classifiche italiane e internazionali. Poteva sembrare solo un altro tormentone estivo, destinato a passare con la fine della stagione. Ma Self Control non era una semplice hit: era, ed è ancora, una canzone che ha resistito al tempo, confermandosi oggi come un classico della musica pop. Un brano che, dopo quattro decenni, riesce ancora a suonare incredibilmente attuale, con il suo basso pulsante, la chitarra rock che le dona spessore e una voce, quella di Raf, capace di unire ruvidità e dolcezza.
Nel novembre 2024, per celebrare i 40 anni di questo successo, Raf terrà un concerto evento al Forum di Assago a Milano, ma la storia di Self Control parte da molto lontano, ed è una vicenda che vale la pena raccontare, anche perché è lui stesso a farlo, con una simpatia disarmante.
Raffaele Riefoli, in arte Raf, parte dalla piccola Margherita di Savoia per poi trasferirsi a Firenze e infine a Londra, luoghi che segneranno profondamente la sua evoluzione musicale. “Quando sono arrivato a Firenze”, racconta, “c'era una rivoluzione in atto: il punk. Trasgrediva tutte le regole. Il rock era diventato troppo complesso, aveva perso la sua natura istintiva, e il punk lo riportava all’essenza della ribellione. Era anarchia pura”. A Firenze, Raf incontra Ghigo Renzulli, futuro chitarrista dei Litfiba, e insieme fondano i Cafè Caracas, una band che produce una cover punk di Tintarella di Luna. “Ghigo era più un chitarrista country,” ricorda Raf con un sorriso, “sono stato io a fargli scoprire il punk inglese”.
Dopo aver lasciato i Cafè Caracas, Raf si trasferisce a Londra con l’intenzione di immergersi completamente nella scena musicale locale. La città, però, non lo accoglie come sperava. “Credevo di parlare l’inglese, ma non era così”, ricorda ridendo. “Era una vita dura, tra lavoretti e difficoltà a trovare tempo per la musica. Però ho assorbito tutto: post-punk, new wave, concerti incredibili”. Dopo quasi due anni, un ritorno a Firenze cambia tutto. Giancarlo Bigazzi, produttore e autore di enorme talento, lo nota e propone di collaborare.
E così nasce Self Control, una canzone piena di elementi unici. “È partita da un giro di chitarra rock”, svela Raf, “pensavo di farne un pezzo per la mia band, ma non l’avevo mai proposto. Poi Bigazzi mi chiese qualche idea, e gli feci ascoltare questa. Non pensavo di doverla cantare io”. Raf, in quel momento, era più interessato a scrivere per altri che a stare sotto i riflettori. Ma Self Control aveva qualcosa di speciale, qualcosa che Bigazzi seppe vedere immediatamente.
Il testo, semplice ma potente, dipinge un mondo notturno, dove la notte diventa il rifugio da una realtà che di giorno sembra senza importanza. “Volevamo raccontare la vita di qualcuno che vive solo di notte, che non vuole che il giorno arrivi mai”, spiega Raf. Per quanto riguarda il famoso ritornello "oo-oh, oo-oh", Raf ammette che è stato un caso. “Nel provino c’era solo quel suono, un placeholder. Ma Bigazzi lo adorava. ‘Questo è da mettere ovunque’, diceva. E aveva ragione”.
Nonostante Self Control venga spesso associata all’Italo Disco, Raf ci tiene a precisare che non è così. “Sì, è una canzone dance, ma non è Italo Disco. Ha un sound molto più vicino al pop-rock, con influenze internazionali. È un brano unico, e la versione di Laura Branigan lo dimostra: lei ha tolto gli elementi più dance e accentuato quelli rock”.
Laura Branigan, infatti, portò Self Control al successo globale con la sua interpretazione, proprio come aveva fatto qualche anno prima con Gloria di Umberto Tozzi. “All’epoca non sapevo neanche chi fosse”, confessa Raf. “Venivo da un mondo musicale alternativo, non seguivo il pop mainstream. Ma quando ho ascoltato la sua versione, con quelle chitarre, mi è piaciuta subito”.
Il successo di Self Control travolse Raf. “Non dovevo neanche cantarla io, era solo un provino. Eppure ha cambiato la mia vita, e in un certo senso, mi ha messo anche in difficoltà. Non era facile trovare un seguito a quel successo”. Nei due anni successivi uscirono brani come Hard e London Town, canzoni di ottima fattura ma che non ebbero lo stesso impatto di Self Control. In quel periodo Raf viveva un conflitto interiore: da un lato c'era la pressione di continuare a scrivere pezzi dance, dall’altro il desiderio di esplorare sonorità più vicine all’elettropop britannico.
Nonostante le difficoltà, Raf continuò a scrivere brani di enorme successo anche per altri artisti: Si può dare di più, Gente di mare, fino ad arrivare ai suoi classici in italiano come Inevitabile follia e Cosa resterà degli anni '80.
Nel corso degli anni, Self Control è stata reinterpretata da numerosi artisti, da Ricky Martin a Malika Ayane, passando per versioni croate, francesi e decine di altre lingue. L’ultima rilettura arriva dai Fast Boy, un duo tedesco che ha saputo mescolare la modernità dell'EDM con l’atmosfera originale del brano. “È una delle versioni che funziona meglio”, commenta Raf. “Hanno rispettato l’essenza della canzone, aggiungendo qualcosa di nuovo”.
Per celebrare al meglio i 40 anni di Self Control, Raf ha organizzato un grande concerto l’8 novembre 2024, al Forum di Assago. “Sarà una festa per celebrare non solo la canzone, ma anche tutta la mia carriera”, spiega l’artista. "Ci sarà tanto spazio per gli anni ’80 e la componente dance, con diversi ospiti. Sarà una serata indimenticabile".
Con Self Control, Raf ha creato una canzone che non appartiene solo al passato, ma continua a vivere nel presente, confermandosi come uno dei brani più iconici della musica italiana e internazionale. E il 40° anniversario sarà l’occasione perfetta per celebrarlo insieme ai suoi fan.





Commenti
Posta un commento