Splendido splendente - Donatella Rettore (1979)

"Splendido Splendente" è uno dei brani più iconici della cantante pop rock italiana Donatella Rettore, pubblicato nel 1979 su etichetta Ariston. Il pezzo fa parte dell'album Brivido divino, uno dei più importanti e venduti della carriera dell'artista, il primo di una trilogia di dischi di grande successo che si estende fino al 1981, continuata con Magnifico delirio (1980) ed Estasi clamorosa (1981). Questo periodo segna il picco della popolarità di Rettore, anni in cui brani come Kobra e Donatella la consacrano definitivamente come una delle figure di riferimento della musica italiana, grazie anche a risultati come il secondo posto al Festivalbar 1980 e la vittoria nell'edizione successiva.

La canzone Splendido Splendente si distingue non solo per la sua sonorità, un mix di pop e rock con un tocco di ironia, ma soprattutto per il testo, che a quel tempo risultava straordinariamente innovativo. Rettore affronta il tema della chirurgia estetica, che negli anni '70 era ancora una pratica relativamente nuova e non così diffusa come lo sarebbe diventata negli anni successivi. Nel brano, l'artista immagina sé stessa attratta dall'idea di trasformare il proprio aspetto grazie a un "bisturi perfetto e invitante", un concetto che riflette la crescente ossessione per l'apparenza e la perfezione estetica.

Il testo si apre con un verso emblematico, che rende immediatamente chiaro il tema centrale:

"Splendido splendente, l'ha scritto anche il giornale, io ci credo ciecamente…"

In questi primi versi, Rettore dà voce a una riflessione ironica e satirica su come i mass media influenzino la percezione di sé e l'adesione a canoni di bellezza imposti. Il ricorso alla chirurgia diventa quasi una risposta obbligata per inseguire un ideale estetico irraggiungibile, tanto che l'intervento diventa una sorta di rito liberatorio. È geniale il modo in cui la cantante mescola leggerezza e critica sociale, esplorando con disinvoltura tematiche come l'autostima e l'identità.

La seconda strofa continua a sviluppare questa narrazione, inserendo anche un tocco di surrealismo e ambiguità:

"Splendido splendente, costa poco e finalmente io sorrido eternamente… perdo i sensi lentamente come tra le braccia di un amante".

Qui, Rettore descrive la chirurgia come un atto quasi seduttivo, dove il chirurgo diventa una figura ambigua, a metà tra amante e salvatore, capace di garantire non solo una nuova immagine, ma una sorta di rinascita personale. L'anestesia diventa una metafora per un abbandono totale, una fuga dalla realtà, resa possibile grazie all'intervento del bisturi.

Un altro momento memorabile del testo è il ritornello:

"Sono splendida splendente, io mi amo finalmente, ho una pelle trasparente come un uovo di serpente…"

Qui, Rettore arriva al culmine dell'alienazione personale. La protagonista non è più sicura della propria identità; la trasformazione fisica l'ha resa una creatura quasi indefinita, priva di genere e di età, come suggeriscono i versi "uomo o donna senza età, senza sesso crescerà per la vita una splendente vanità". La bellezza diventa una maschera vuota, qualcosa di effimero e illusorio.

La terza strofa del brano aggiunge un ulteriore livello di complessità, con un senso di follia e disorientamento:

"Faccio cerchi con la mente, mi distinguo fra la gente molto relativamente…"

Il bisturi non ha solo modificato l'aspetto esteriore della protagonista, ma ha anche alterato la sua percezione di sé e del mondo. Si sente disconnessa dalla realtà, persa in una ricerca di perfezione che la isola dalla folla, rendendola aliena anche rispetto a sé stessa.

Il ritornello finale ribadisce questa trasformazione, lasciando l'ascoltatore con una sensazione di smarrimento e ambiguità. La vanità splendente di cui parla Rettore non è una celebrazione della bellezza, ma piuttosto una critica velata al culto dell'apparenza, che finisce per divorare l'individualità e trasformare l'essere umano in un prodotto artificiale, senza età, senza sesso e senza sostanza.

Splendido Splendente non solo rappresenta un punto di svolta nella carriera di Donatella Rettore, ma anche un pezzo di grande valore sociale e culturale, ancora attuale per la sua riflessione sull'estetica, l'identità e il rapporto con il proprio corpo.

Commenti

Post più popolari