Bar Mediterraneo - Nu Genea (Album 2022)

"Bar Mediterraneo" dei Nu Genea, album uscito nel 2022, rappresenta un'evoluzione significativa per il duo napoletano composto da Massimo Di Lena e Lucio Aquilina. Se con il precedente "Nuova Napoli" i Nu Genea avevano sorpreso e conquistato il pubblico, portando freschezza e risonanza alla scena partenopea con sonorità che rendevano omaggio all'eredità musicale di artisti iconici come James Senese, Tullio De Piscopo e Tony Esposito, questo nuovo lavoro sembra andare ancora oltre, superando le aspettative sia per la ricerca sonora sia per la qualità della produzione.

Il singolo Marechià, uscito nel 2021, aveva già preannunciato la direzione di "Bar Mediterraneo": qui il napoletano-francese di Célia Kameni si fonde con un groove funky e un giro di basso contagioso, arricchito da influenze afrobeat e una chitarra in stile Nile Rodgers. Il pezzo, con il suo tono internazionale e la sua capacità di creare un’atmosfera di armonia e benessere, è una promessa mantenuta nel resto del disco. La title track, Bar Mediterraneo, è un brano strumentale che attinge alla tradizione delle library music italiane, evocando una scena cinematica calda e nostalgica. In questa cornice si inserisce anche Tienaté, un altro singolo che, grazie ai violini impressionisti e alle scale orientaleggianti del sintetizzatore, trasporta l’ascoltatore nelle atmosfere assolate del Mediterraneo, un tributo alla fusione culturale che caratterizza questa regione.

La scelta dei Nu Genea di abbracciare un’estetica "mediterranea" non è casuale. In una Berlino che è diventata un centro nevralgico per la musica diasporica grazie ad etichette come Glitterbeat e Habibi Funk, i Nu Genea e il loro collettivo di progetti (tra cui NG Records e Napoli Segreta) portano avanti un discorso che va oltre la semplice riproposizione del passato. Il duo, proprio come Jannis Stürtz di Habibi Funk, si dedica a una riscoperta delle sonorità, ma, mentre Stürtz si concentra sul digging e sul recupero di vecchie gemme della world music, i Nu Genea giocano con i richiami e le influenze culturali, creando un collage sonoro che mescola nuove e vecchie tradizioni. Gelbi, ad esempio, richiama l'atmosfera delle compilation di Habibi Funk grazie alla collaborazione con il cantante tunisino Marzouk Mejri, la cui voce si intreccia a temi di frontiera e migrazione.

Rire, cantata da Marco Castello, aggiunge un’ulteriore dimensione con un riff di chitarra che omaggia le sonorità afrobeat di Fela Kuti, dando vita a un brano che è allo stesso tempo profondo e danzante. La traccia La Crisi, infine, fonde jazz, funk e poesia, adattando un testo di Raffaele Viviani su un arrangiamento che mescola il jazz funky a venature cinematografiche, rendendo omaggio alla Napoli degli anni ‘70.

"Bar Mediterraneo" si allontana dal tema della "freschezza" o "originalità" che aveva caratterizzato i dibattiti su "Nuova Napoli" e sposta il baricentro su un'esperienza più completa e multiforme. Questo album abbraccia infatti tutto il bacino mediterraneo, unendo suoni e storie che trovano nuove risonanze e significati. Dalla reinterpretazione della tammurriata Vesuvio in chiave afrobeat con i canti dei bambini, alla sensuale Straniero, accompagnata dalla batteria di Tony Allen, ogni brano evoca immagini, odori e sensazioni di un luogo, il Mediterraneo, che è allo stesso tempo vicino e lontano.

Con "Bar Mediterraneo", i Nu Genea dimostrano di essere riusciti a consolidare e ampliare il loro linguaggio musicale. Ogni traccia è una porta che si apre su nuovi mondi, nuove culture e tradizioni che si incontrano e si fondono. È un album che punta a creare connessioni, valorizzando la pluralità culturale e la capacità della musica di unire. Di Lena e Aquilina, con questa opera, non solo confermano il loro talento e la loro abilità nella produzione, ma rafforzano il loro ruolo di ambasciatori di una visione musicale dove il passato e il presente si mescolano per creare qualcosa di autentico e affascinante, rendendo "Bar Mediterraneo" un’opera che invita all’ascolto e alla riflessione.

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